ISI - Università dalla Svizzera italiana

I Mercoledì dell'ISI 2008-2009



Mercoledì 19 novembre 2008


Ore 18.00, Auditorio


(Università della Svizzera italiana, Via Buffi 13, Lugano)






Andrea Celli




"Perché mi scerpi?" Il canto di Pier delle Vigne tra Hegel e De Sanctis



Nel lungo maturare da parte di Francesco De Sanctis di una sua intuizione estetica in relazione a Hegel, è immagine molto densa quella dell’incarnazione. Si potrebbe dire che De Sanctis volesse dare radicale realtà alle idee hegeliane sulla poesia (inseparabilità di forma e contenuto poetici). Gli sembrava infatti che Hegel nell'Estetica non avesse in ultima istanza colto la reale unità della poesia da lui pure affermata, essendo sempre tentato di estrarre un contenuto ideale dall’opera poetica: la forma rimaneva un rivestimento estrinseco da cui il pensiero si sarebbe storicamente emancipato (morte della poesia).
È in tale confronto con la teoria hegeliana che prende forma l’interpretazione desanctisiana della Divina Commedia, destinata a modificarsi lungo circa un ventennio (dalle lezioni dell’esilio torinese del 1853 sino al non compiuto libro su Dante). E un luogo dantesco rilevante in simile confronto è costituito dalla foresta dei suicidi (canto XIII dell’Inferno): Pier delle Vigne vi appare qui come raffigurazione tra le più drammatiche del tema escatologico della violenta rottura tra corpo e anima. E proprio questo canto, in cui prevale il senso anche fonico della storpiatura e lacerazione è quello in cui massimamente De Sanctis tenta di affermare, con concetti hegeliani, l’unità inscindibile di pensiero e poesia che si realizza nel Pier delle Vigne dantesco.
Per indagare ulteriormente questo complesso legame tra Hegel e De Sanctis, si proverà inoltre a ricorrere ad altre pagine dell’Estetica hegeliana, quelle dedicate alle narrazioni simboliche della “metamorfosi” (Verwandlungen) e della “caccia” (Jagden) che, interpretate da Hegel come forme di punizione attraverso la caduta, gettano una interessante luce sul canto dei suicidi e sul suo valore simbolico.