ISI - Università dalla Svizzera italiana
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Lectura Dantis: Carlo Ossola, Comedìa


Lectura Dantis. I: Inferno

Ciclo di conferenze promosse
dall’Istituto di studi Italiani dell’Università della Svizzera Italiana

Carlo Ossola
Comea
19 settembre 2012, 18h00 - Lugano, Auditorio USI
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La conferenza è aperta agli studenti e a tutto il pubblico interessato.
Informazioni: isi.com@usi.ch; tel. +41 (0)58 666 42 95

Conferenza stampa di presentazione del nuovo Bachelor in Lingua, letteratura e civiltà italiana

Conferenza stampa di presentazione del nuovo Bachelor in Lingua, letteratura e civiltà italiana


martedì 29 maggio 2012

ore 11:00

aula 351, campus di Lugano


Insieme al nuovo percorso di studio, sarà presentata la sua emanazione pubblica: un ciclo di Lecturae Dantis, conferenze pubbliche dell’Istituto di studi italiani (ISI).
Alla conferenza stampa parteciperanno il Presidente dell’Università della Svizzera italiana prof. Piero Martinoli, il Decano della Facoltà di scienze della comunicazione prof. Lorenzo Cantoni e il direttore dell’Istituto di studi italiani prof. Carlo Ossola.
Come già sottolineato durante l’ultimo Dies academicus, il Bachelor in Lingua, letteratura e civiltà italiana intende impegnare sempre di più l’USI nella promozione dell’italiano in Svizzera, non solo in quanto lingua nazionale, ma soprattutto in quanto simbolo di quel dialogo armonico nella pluralità che costituisce l’identità stessa della Confederazione elvetica. Aggiungendosi al master e al dottorato già attivi, il nuovo percorso di studio mira poi a completare l’offerta formativa dell’USI nel campo delle humanitates, un’offerta formativa basata su docenti dal prestigio internazionale e incentrata sul valore di lingua, letteratura e arti quali chiavi di accesso per comprendere in modo critico il presente e divenire così cittadini del “continente” umano.
Le Lecturae Dantis sono vere e proprie lezioni accademiche che faranno parte integrante del programma di Bachelor, insieme al quale prenderanno avvio. Queste lezioni saranno aperte al pubblico, che potrà così partecipare attivamente, nella cornice dell’auditorio del campus di Lugano, a una tradizione secolare che da Giovanni Boccaccio a Roberto Benigni ha fatto della Divina Commedia il testo più condiviso della nostra civiltà.

28 ottobre 2011 - XI Settimana della lingua italiana nel mondo

In occasione della XI Settimana della lingua italiana nel mondo, l'Istituto di studi italiani dell'USI invita ad una conversazione intorno a I libri che hanno fatto gli italiani.

Interverranno:

Silvia Albesano, Istituto di studi italiani, USI

Andrea Giardina, Istituto Leonardo da Vinci, Lugano

Carlo Ossola, Istituto di studi italiani, USI

Venerdì 28 ottobre 2011, ore 17,00 – 19,00, Auditorio dell’USI, via Buffi 13, Lugano
L’incontro è organizzato con il patrocinio del Consolato Generale d'Italia a Lugano.

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Informazioni: isi.com@usi.ch, +41 (0)58.666.4295

Benedetta Craveri. 19 aprile 2010, ore 18:30, Aula A11

Conferenza pubblica promossa dall'Istituto di Studi Italiani dell’Università delle Svizzera Italiana
Benedetta Craveri

L'arte della conversazione e le sue metamorfosi nella civiltà europea di Antico Regime. Attualità di un modello?

19 aprile 2010, ore 18:30
Aula A11 dell’Università della Svizzera italiana, via Buffi 13, Lugano
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Mi propongo in questo nostro incontro luganese di ripercorrere i momenti fondatori di quell’arte della conversazione che nel corso di tre secoli, dalla fine del Quattrocento fino alla caduta dell’Antico Regime, si è imposta come connotato distintivo dello stile di vita delle élites europee. Partirò dunque dal modello umanistico italiano così come si è andato elaborando attraverso la riflessione di Pontano, che col suo De Sermone (1499) inaugurava la riflessione europea sulla conversazione come forma del vivere civile, per poi ricordare l’impatto suscitato dai successivi tre grandi trattati pedagogici del Rinascimento, Il Libro del Cortegiano di Baldesar Castiglione (1528),Il Galateo di Giovanni della Casa (1558) e La Civil Conversazione (1574) di Stefano Guazzo. Scritti in italiano e subito tradotti in varie lingue, questi testi diffondevano il Europa il codice di comportamento –il know how diremmo oggi- del gentiluomo moderno. Agli inizi del XVII secolo era, però, la Francia a far suo il modello italiano, copiandolo, interiorizzandolo, adattandolo alle proprie esigenze e conferendogli un carattere nuovo e originale. Fino ad allora il dibattito teorico sulla conversazione e le maniere del vivere civile era stato appannaggio di grandi umanisti e il loro insegnamento, al di là delle caratteristiche contingenti delle piccole corti italiane a cui l’uno e l’altro trattato facevano riferimento, si voleva universale. In Francia, invece, l’ “ideale forma del vivere” da prendere a modello non procedeva dall’alto ma si elaborava via via all’interno stesso delle élites mondane, per poi imporsi come tratto costitutivo del carattere nazionale. Per la prima volta, nella storia della civiltà occidentale, tutta una società si guardava allo specchio, si studiava, si analizzavae rifletteva in modo sistematico sul proprio apparire e sui problemi della comunicazione, facendone l’elemento distintivo della propria identità. La posta in gioco era un’arte della parola capace di stemperare l’aggressività, favorire il consenso e la coesione sociale attraverso uno scambio armonioso.Un’arte capace di uniformare e al tempo stesso di distiguere, come pure di produrre svago, piacere, informazione, cultura. E’ precisamente da questa riflessione collettiva che prendeva forma la conversazione à la française che, per la molteplicità delle sue funzioni, doveva imporsi come il rito centrale della società aristocratica di Antico Regime. Il mio proposito qui non è di evocare in tutte le sue molteplici sfumature il complesso corpo di regole che hanno connotato quest’arte della conversazione e ne hanno fatto l’emblema di tutta una civiltà, ma di vedere se quest’arte effimera della parola legata a un mondo –quello dei privilegiati- definitivamente scomparso on la Rivoluzione francese, abbia ancora qualcosa da insegnarci.
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Benedetta Craveri è professore ordinario di Letteratura francese presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha studiato la letteratura, la società e le istituzioni letterarie nella Francia del Grand siècle. Le sue numerose pubblicazioni sono state tradotte in francese spagnolo, tedesco, rumeno, polacco, greco, portoghese e inglese. Si ricordano, ad esempio, presso Adelphi, Milano, Madame du Deffand e il suo mondo, 1982; La civiltà della conversazione, 2002; Amanti e regine. Il potere delle donne, 2005; Maria Antonietta e lo scandalo della collana, 2006 e, presso l’Editore Dadò, Lugano, il suo saggio introduttivo ai Dieci anni d'esilio di Mme de Staël, 2006. Per le sue pubblicazioni ha ricevuto molti prestigiosi premi fra cui il Premio Cesare Angelini dell'Università di Pavia, il Premio città di Pisa, il Premio Elsa Morante per la saggistica, il premio Italiquese, il Premio Isaia Berlin, il Prix Saint Simon e il Prix du Grand Mémorial. Tra le sue molte attività collabora alle pagine culturali de "La Repubblica", a "The New York Review of Books" e alla "Revue d'Histoire Littéraire de la France".

Meditazione sacra / Meditazione profana: LUMSA, Roma, 12 settembre 2009


"Corriere della Sera" (Roma), 10 settembre 2008, p. 10.