ISI - Università dalla Svizzera italiana

Création, Renaissance, ordre du monde

Il Convegno -organizzato il 10 giugno 2008 in collaborazione tra il Collège de France e l’Istituto di Studi Italiani dell’Università della Svizzera Italiana- ha studiato i modi letterari, figurativi, musicali, attraverso i quali nella civiltà del Rinascimento (nelle sue basi classiche e medievali e nella sua ricezione moderna e contemporanea) si sono trovati a confronto i miti della Renovatio e della Genesi, della divina creazione o del ritorno della mitologia classica (idealmente rappresentabili, a pochi lustri di distanza, da un lato dalla Nascita di Venere del Botticelli e dall’altro dai riquadri della Creazione nella volta della Sistina di Michelangelo).
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Nella sua Introduzione, Carlo Ossola, motivando il titolo del Colloquio, ha ricordato quanto la formula stessa warburghiana della «rinascita del paganesimo antico» discenda, in parte, dalla lettura carducciana dell’Umanesimo italiano (1). D’altro lato l’Heptaplus. De septiformi sex dierum geneseos enarratione, 1489, di Giovanni Pico della Mirandola continua mirabilmente la tradizione patristica degli «esameroni», in essa sottolineando -secondo il recente rifiorire umanistico della tradizione ebraica (2) - il necessario emanare di un «ordine del mondo» che Pico riconduce al Genesi, ove Mosè «parla dell’emanazione di tutte le cose da Dio, del grado, del numero, dell’ordine delle parti del mondo, con elevatissima capacità filosofica» (3).

Il Convegno, iniziato nella lettura dei commenti patristici e medievali al Genesi, si è concluso con una meditazione sull’opera di Olivier Messiaen, che di quegli ordini è ricapitolazione, come indica l’Angelo nel Cinquième tableau del suo Saint François d’Assise: «Ah! Dieu nous éblouit par excès de vérité. La musique nous porte à Dieu par défaut de vérité. […] Entends cette musique qui suspend la vie aux échelles du ciel, entends la musique de l’invisible…» (4).

(1) Giovanna Cordibella ha recentemente messo l’accento, segnalando una lettera inedita di Warburg a Carducci, su questo debito, dichiarato del resto dallo stesso Warburg nelle note a La “Nascita di Venere” e la “Primavera” di Sandro Botticelli, 1893, in cui richiama l’edizione di G. Carducci, Le Stanze, l’Orfeo e le Rime di M.A. Poliziano, Firenze, Barbera, 1863 [G. Cordibella, Una lettera inedita di Aby Warburg a Giosue Carducci, in «Lettere Italiane», LIX, 2007, n.4, pp. 574-581].
(2) Rinvio, oltre ai numerosi saggi di Moshe Idel e di François Secret sull’argomento, al recente libro di Giulio Busi, L’enigma dell’ebraico nel Rinascimento, Torino, Nino Aragno, 2007.
(3) G. Pico della Mirandola, De hominis dignitate. Heptaplus. De Ente et Uno, a cura di E. Garin, 1942; reprint: Torino, Nino Aragno, 2004, pp. 176-177 (testo latino a fronte).
(4) O. Messiaen, Saint François d’Assise, 1983; Cinquième tableau: L’Ange musicien.


Gli Atti del Convegno, per cura della cattedra di «Littératures modernes de l’Europe néolatine», saranno editi dal Collège de France nel primo semestre 2009.