ISI - Università dalla Svizzera italiana

Mercoledi Isi-28 aprile 2010-W. Geerts:" Giorgio Manganelli o la parodia all’opera"

I «Mercoledì dell’ISI» Conferenze pubbliche organizzate dall’Istituto di studi italiani
Walter Geerts
Giorgio Manganelli o la parodia all’opera
28 aprile 2010, ore 18,00
Aula 355 dell’Università della Svizzera italiana, via Buffi 13, Lugano

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Giorgio Manganelli (1922-1990) è figura singolare nel Novecento italiano. Rimane sostanzialmente fuori dalle correnti e dalle scuole. Certo, non è privo di collegamenti forti con la “tradizione” italiana, soprattutto con quella anteriore ai contemporanei e alla modernità in generale. Manierismo e Barocco esercitano un’influenza profonda. I legami più solidi, tuttavia, si stabiliscono, sempre in un arco di tempo che va dal Seicento al Romanticismo, con altre letterature europee, quella inglese e francese anzi tutto. Oltre le geografie culturali, la caratteristica principale del suo rapporto con le lettere si riconosce nella distanza osservata rispetto ai moderni generi stabiliti, nel sistematico allontanamento praticato rispetto ad essi. La letteratura di Manganelli nasce nel dialogo con epoche e culture nelle quali scienza, filosofia, retorica e saggistica varia non avevano tracciato confini ben precisi tra di loro. Il nostro autore si muove liberamente tra finzione e saggio, filosofia e critica, linguaggio arcaico e neologismo, argomentazione e seduzione. Dal punto di vista della carriera, Manganelli compensa il tardivo esordio – Hilarotragoedia, 1964 – con un’opera successiva compatta e regolare per quel che riguarda la quantità, ma soprattutto, la grande coerenza tematica. Parallelamente alla creazione lo scrittore sviluppa un’intensa attività critica e di traduzione. Insigne cesellatore del linguaggio si dedica a tutti gli esiti offerti a chi lavora con la lingua, a chi spalma e palpa le parole. Particolarissima, anche, è la tematica che con ostinazione si sviluppa nei testi del nostro autore. In linea di massima viene esclusa quella dimensione del testo letterario che lo destina a riflettere o rappresentare una qualsiasi realtà.
Particolarmente con rispetto alla realtà umana e sociale si avvalora questo che si può considerare un assioma del suo sistema letterario. Il mondo, l’universo suggerito nella mente del lettore, con il mondo reale deve assumere solo lontani rapporti di analogia, trattati poi con estrema libertà. L’indipendenza dai confini tra le categorie, da un lato, e la intensa frequentazione di tutto il territorio delle lettere, non solo belle, dall’altro, non sono senza rapporto con il filone che vorrei illustrare in primo luogo, la parodia. La critica dell’ultimo Novecento e quella contemporanea hanno molto approfondito il fenomeno della parodia. Delucidata teoricamente, la componente parodica è man mano apparsa come dimensione caratterizzante di un intero paradigma letterario novecentesco. A questo appartiene in maniera eminente Giorgio Manganelli. Nella conferenza vorrei soffermarmi principalmente su due problematiche: 1. Parodia e letteratura novecentesca; 2. La parodia in Manganelli.

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Walter Geerts, dottorato in letteratura francese (1979), è ordinario di letteratura italiano e comparata all’Università di Anversa, Belgio. Ha diretto, fino al 1992, il dipartimento di Lingua e Letteratura italiane dell’Università di Utrecht, Paesi Bassi. È autore di pubblicazioni dedicate ad autori francesi ed italiani del Novecento, principalmente Gide, Bataille, Pirandello, Svevo e Primo Levi, e anche a scrittori contemporanei quali Consolo, Magris e Tabucchi. Ha insegnato come professore invitato alle università di Messina, Bari, Montréal, University of the Witwatersrand, University of Texas, Arlington e University of Pennsylvania, Philadelphia. Dal 2003 dirige l’Academia Belgica di Roma.