ISI - Università dalla Svizzera italiana

I "Mercoledì dell'ISI": Sangue, fuoco, acqua: Linguaggio della mistica femminile tra Italia e Francia

Università della Svizzera italiana, Auditorio, 7 maggio 2008
I mercoledì dell'ISI - ciclo Forme della creazione

Una delle ragioni, oggi, del crescente interesse per il mondo dei mistici è che l’orecchio si sta riabituando a percepire il fascino e la pregnanza del linguaggio simbolico. Non ha molto senso, lo sappia-mo, chiedersi che cosa significhi un simbolo ma piuttosto che cosa esso operi, quale sia il suo dinamismo trasformante. E appunto questa è la domanda che vogliamo porre ad alcuni grandi testi della mistica fem-minile in cui ricorre con particolare insistenza l’immaginario dell’acqua, del fuoco e del sangue, imma-ginario creaturale e corporeo, legato a un senso profondo della nascita, della morte e della vita rinnovata.
Le donne, le spirituali, parlano forse una loro lingua specifica all’interno di quella vasta e sin-golare provincia del linguaggio umano che è il discorso mistico? Ma d’altra parte, la mistica stessa non suppone la presa di parola di "Anima" sul linguaggio già noto di "Animus"? A queste provocazioni lascia-mo che rispondano, tra l’altro, l’esperienza e la poesia di Caterina da Siena e Teresa d’Avila, Caterina Fieschi Adorno e Maria Maddalena de’ Pazzi, Mme Guyon o Gemma Galgani. Il loro conclamato non sapere di lettere non impedisce che la "sapida scientia" dell’esperienza spirituale si traduca anche in strategie complesse e raffinate nell’uso del simbolo. Tutte le gamme sono presenti, dal semplice realismo creaturale a un espressionismo quasi visionario. Le grandi immagini pure – il sangue che tutto riveste, dice Caterinada Siena posta di fronte alla morte; la canzone dell’acqua in Teresa d’Avila - si sposano tra loro in ossimori, coincidenze instabili e metamorfosi (l’acqua "va col sole", direbbe Rimbaud: mari di luce e di fuoco, e gocce di sangue che ardono, e ferite che sprizzano latte…). Un maestro spirituale costatava: "Si fa un mondo nuovo nell’uomo". Le parole per dire questa nascita, anzi per affrettarla, sono spesso le donne a trovarle.

Benedetta Papasogli si è laureata in letteratura francese presso l’Università "La Sapienza" di Roma con Giovanni Macchia. È professore ordinario di Letteratura francese presso la LUMSA (Roma); all’USI insegna Storia della spiritualità presso il Master in Letteratura e civiltà italiana. Ha dedicato le sue ricerche ad aspetti dell’immaginario nella narrativa del Novecento e, più ampiamente, al Seicento e in particolar modo ai rapporti fra letteratura, moralistica e spiritualità, specializzandosi nello studio delle rappresentazioni dello spazio interiore e dell’evoluzione dell’idea di memoria.